Di Skype, il client VoIP più famoso ed utilizzato al mondo, abbiamo ampiamente parlato. La sua nascita ha decisamente rivoluzionato il modo in cui il cosiddetto “utente comune” può comunicare all’estero, consentendo a tutti noi di effettuare telefonate – anche intercontinentali – a costi molto contenuti. Grandi nomi della rete, primo fra tutti Beppe Grillo, lo hanno quasi santificato ma, come ogni altro prodotto, anche Skype è protagonista di qualche passo falso. Ecco perché Roger M. Townsend, noto avvocato di Seattle, ha avviato una class action (o “azione collettiva”, come dir si voglia) contro il colosso della comunicazione su Internet.
La ragione del contendere è l’atteggiamento della società acquisita nel settembre 2005 da eBay, che trattiene i crediti di tutti quegli account che – come prassi vuole – dopo 180 giorni di inattività vengono giudicati come abbandonati.
Secondo Townsend, infatti, gli account di Skype in oggetto vanno considerati come dei “gift certificates“. Una sorta di buoni omaggio che, nello Stato di Washington, devono essere rimborsati per legge o essere donati in beneficenza (a 24 mesi dall’abbandono, solo quando questi ultimi non vengono richiesti).
Qualora l’azienda leader del settore VoIP perdesse la causa, i danni da pagare sarebbero alquanto consistenti: i crediti esatti dagli utenti, più le spese legali ed i danni. Il triplo di quanto avrebbe sborsato considerando gli account abbandonati come “gift certificates“, insomma.
Ad ogni modo, non è detto che Skype perda. Infatti, non è ancora chiaro se la legge dei “buoni omaggio” sia applicabile agli elementi protagonisti della class action avviata dagli utenti di Washington. Poi, diciamolo francamente: la maggior parte degli utenti del celeberrimo client VoIP, ormai, utilizza il sistema “pay-as-you-go“, e risulterebbe, quindi, pressoché minimo il contraccolpo sul mercato di un’eventuale condanna dell’azienda.
Insomma, la faccenda è interessante da seguire ma non cruciale per il futuro di Skype e/o dei suoi numerosissimi utenti. Invitandovi a dirci la vostra a riguardo, non ci rimane che attendere il verdetto.
Via | Skype Journal
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