Non molto tempo fa aveva suscitato molto scalpore l’ammissione pubblica da parte di Steve Jobs (CEO di Apple) della presenza di un sistema di “controllo remoto” (Kill Switch) all’interno del sistema operativo di iPhone: la blogosfera tutta ne aveva parlato, ma, non solo quella. Anche rinomati giornalisti avevano trattato l’argomento degenerando nell’idea che Apple spiasse tutti i suoi utenti: per fortuna questa “paura” è rientrata nel giro di pochi giorni. Ora che anche Google ha ammesso che all’interno del sistema operativo Android è presente un sistema di controllo remoto, ci aspetteremmo lo stesso scalpore. È Google che non fa notizia o l’idea “di un’Apple spiona” che ne fa troppa?
Riprendendo il titolo del presente articolo, è vero: Android imita “il concorrente e maestro” iPhone, con una sostanziale differenza però. Mentre Apple filtra tutte le applicazioni che vengono proposte per il suo App Store, Google si vuol fidare (vedremo per quanto…) del buonsenso degli sviluppatori non attuando nessun tipo di censura preventiva in “Android Market“: almeno in apparenza. Quello che si legge nei “Terms of Service” è chiaro:
“Google può scoprire un prodotto che viola la licenza di distribuzione da parte dello sviluppatore […] ad esempio, Google si riserva il diritto di rimuovere in remoto queste applicazioni a sua discrezione“.
Con la premessa che abbiamo fatto, capite ora la “Sostanziale Differenza“: mentre Apple censura prima e quello che si scarica è passato attraverso controlli più o meno seri, Google censura dopo che l’applicazione è apparsa. Tutto questo è la dimostrazione palese che il sistema “Kill Switch” potrebbe essere usato spesso in Android mentre in iPhone, dopo quasi quattro mesi, non è mai stato utilizzato.
A chi protesta nei confronti del sistema “Kill Switch” consigliamo di mettersi il cuore in pace per due motivazioni. La prima, più seria, è che questi sistemi non invadono la privacy: se viviamo con questo terrore, non dovremmo più usare nessun moderno di comunicazione. La seconda, più frivola, è che siccome questo sistema sta diventando “la norma”, dobbiamo imparare a farcelo piacere allo stesso modo in cui “ci facciamo piacere” la tessera fedeltà di un supermercato.
Eh si gente, è il progresso. Non è che poi siamo tutti veramente spiati?
[Image courtesy of|TheiPhonBlog]