La proliferazione dei telefonini, anche dei costosi smartphone di ultima generazione a prescindere che si tratti di un iPhone o di un device caratterizzato dalla presenza del sistema operativo Android, è sotto gli occhi di tutti. Come sempre avviene in questi casi, l’Italia certo non si sottrae ad un trend che ha investito anche quei Paesi in cui ci sono difficoltà “generali” di natura economica.
Secondo quanto emerge da uno studio reso pubblico di recente dal Centro Studi Media World, più in particolare, pare che addirittura un italiano su tre non si limiti ad utilizzare un solo telefonino con caratteristiche “smart”, ma che si spinga addirittura a possederne due.
Se poi ci soffermiamo su un valore ancora più piccolo, ma ugualmente significativo, scopriamo che circa il 3% degli intervistati (ricordiamo che il campione è composto da quasi 5mila persone e che l’indagine è stata portata avanti durante il mese di aprile) non conosce limiti, arrivando a qualcosa come tre dispositivi contemporaneamente attivi, con i quali esce di casa ogni mattina.
Gli aspetti interessanti dello studio, però, non si fermano qui. Gli utenti italiani con una frequenza crescente (e per alcuni preoccupante) tendono ad utilizzare il proprio smartphone anche in altri contesti, visto che ben l’81% del campione preso in esame ha dichiarato di usare il dispositivo come sveglia.
A completare il quadro, poi, la statistica secondo cui un intervistato su due torna a casa nel più breve tempo possibile qualora, dopo essere uscito, dovesse accorgersi di aver dimenticato il telefonino. E l’approccio con il caricabatteria? Due utenti su tre affermano di non voler correre rischi, portando l’accessorio sempre appresso, per evitare che il dispositivo possa giocare tiri mancini, spegnendosi sul più bello.
Insomma, non solo semplici dati su un campione limitato, ma uno studio completo che dipinge un quadro chiaro dell’italiano medio, vera “smartphone victim”. A riconferma di un amore tutto italiano per telefonia mobile che non ha conosciuto intoppi nemmeno con il passaggio alle nuove tecnologie “da tasca”.