“I vecchi cellulari? Possono sempre servire, che li butto a fare”. E’ questa la risposta data più comunemente, nel mondo, alla domanda che Nokia ha posto ad oltre 6.500 persone in 13 paesi differenti.
L’importante tema affrontato in questa ricerca – svoltasi in Finlandia, Germania, Italia, Russia, Svezia, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, U.S.A., Nigeria, India, Cina, Indonesia e Brasile – è quello del riciclo di prodotti tecnologici, molto inquinanti e quasi mai biodegradabili, come i telefonini. Certo, rincuora il fatto che la maggioranza (ovvero circa il 44%) delle persone interpellate non abbia gettato incautamente i vecchi dispositivi mobili in qualche sacchetto, ma li custodisca in qualche angolino della propria casa, ma, per chi tiene alla salute dell’ambiente, i dati sono tutt’altro che confortanti.
Pare infatti che, nonostante il 72% degli utenti riconosca l’importanza ambientale del riciclare i materiali, ben il 74% di questi ultimi, pare non abbia alcuna intenzione di farlo (e lo sforamento tra le due percentuali è molto significativo). Chi ricicla i telefonini è invece pari al 3% dell’utenza.
La causa principale di questa mancanza di senso comune – a detta delle persone interpellate in questo interessantissimo studio – è che le modalità ed i luoghi adatti a riciclare i materiali contenuti nei dispositivi mobili (così come altre tipologie di prodotti) sono alquanto oscure. A questo punto, ci verrebbe da dire: ma un bell’opuscoletto dedicato al tema ambientale, da includere nella confezione di ogni nuovo telefonino acquistato, non sarebbe un buon metodo per istruire gli utenti circa il riciclo dei materiali?
Non ci aspettiamo certo che le grandi multinazionali del settore ascoltino proprio noi, ma confidiamo affinché qualche “illuminazione” in questo senso, prima o poi, possa arrivare a chi nel mondo della tecnologia mobile conta sul serio (ed è inutile fare i nomi).
Ricordando che, circa l’80% dei telefonini prodotti da Nokia contiene importanti materiali riciclabili, non è certo difficile immaginare quanto importante possa essere una presa di coscienza collettiva su questo spinoso tema, magari finalizzato anche ad una riduzione dei prezzi degli stessi dispositivi mobili (no, non parliamo di iPhone, sul livello di quei prezzi ci abbiamo ormai messo una pietra sopra).
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