Esattamente dodici mesi fa, il 15 agosto 2011, Google annunciava al mondo di aver acquistato Motorola per una cifra pari a 12,5 miliardi di dollari. L’acquisizione è stata completata durante lo scorso mese di maggio ed oggi l’ex colosso della telefonia mobile appartiene in tutto e per tutto a Big G.
Nell’ottica di una ristrutturazione globale il nuovo CEO di Motorola Mobility, Dennis Woodside, ha deciso di cambiare circa il 40% dei vicepresidenti di Motorola e, a quanto pare, presto arriveranno licenziamenti anche per quanto riguarda gli operai.
Si parla di circa 4.000 persone (il 20% della forza lavoro) che perderanno il proprio posto negli stabilimenti, circa 1.300 licenziamenti riguarderebbero operai attivi negli Stati Uniti. Motorola vuole anche ridurre notevolmente la sua presenza in Asia e India per concentrarsi su altri mercati, nello specifico il nuovo CEO vuole spendere energie e risorse per gli stabilimenti di ricerca e sviluppo di Sunnyvale e Chicago
Per gli operai licenziati, assicura Motorola, ci saranno dei bonus relativi al trattamento di fine rapporto, inoltre l’azienda aiuterà il personale esuberato a trovare un nuovo posto di lavoro. Magra consolazione, in un periodo di crisi globale come questo. Motorola è ormai in perdita da parecchi trimestri consecutivi e l’obiettivo di questi tagli è proprio quello di rendere l’azienda autonoma dal punto di vista economico.
Ormai quasi tutti i colossi della telefonia sono in crisi, persino giganti come HTC e la canadese RIM faticano a pareggiare i conti, solamente Apple, Samsung ed LG sembrano riuscire a guadagnare qualcosa dalla vendita dei propri terminali, per i pesci più piccoli, come Sony (non più Sony Ericsson), le cose si fanno invece più complesse. Addirittura un gigante come Nokia è da mesi con i conti in rosso profondo ed il governo finlandese ha dichiarato che non farà nulla per aiutare l’azienda, un tempo vera punta di diamante della nazione.