Secondo le ultime indiscrezioni circolanti sulla grande rete, il celebre gestore USA AT&T sarebbe pronto a tuffarsi nel “magico” mondo di Google Android con la commercializzazione di un dispositivo slider di fascia media denominato HTC Lancaster. Dalla sua, un look decisamente elegante e bello da vedersi: quando chiuso, il cellulare somiglia molto all’HTC Magic. Quando è aperto, invece, le sue forme non risultano troppo dissimili da quelle dell’HTC Touch Pro con il suo tastierino QWERTY completo.
Passando al lato prettamente tecnico, questo telefonino è caratterizzato dalla presenza di un mediocre display a sfioramento con risoluzione di 320×240 pixel (la metà di quello di iPhone con i suoi 320×480 pixel, tanto per intenderci) e da una fotocamera per nulla entusiasmante dotata di un sensore da 3.0 Megapixel con zoom digitale.
Come praticamente ogni dispositivo mobile di fascia media che si rispetti, il Lancaster è in grado di riprodurre tutti i maggiori formati di file audio/video ed integra il supporto per tecnologie quali il Bluetooth 2.0 e l’USB 2.0. Il processore, invece, è un ARM 11 dalla comunissima velocità.
E’ in grado di operare con le reti triband EDGE ed HSPA (850/1900MHz), è dotato di un modulo AGPS integrato ed è possibile espandere la sua memoria interna (dalle dimensioni ancora ignote) con l’ausilio delle ormai indispensabili schede di memoria microSD.
Quanto al software, pare che AT&T voglia racimolare qualche bel soldo offrendo servizi aggiuntivi come streaming video e mappe ai suoi utenti. Peccato che si tratti di cose rintracciabili sulla grande rete a costo zero. Dilettanti.
Il debutto del nuovo HTC Lancaster sul mercato degli Stati Uniti d’America sembrerebbe fissato per quest’estate, ai primi di Agosto per essere precisi. Nessun dato ci è ancora arrivato in merito ai prezzi di vendita al pubblico, ma una cosa è certa: se ne vuole vendere qualche esemplare, AT&T deve rendere questo cellulare il più accessibile possibile. Insomma, stiamo parlando di un terminale un pizzico al di sopra della mediocrità (e siamo stati buoni).