Il Palm Pre non è ancora disponibile alla vendita ma la sua copertura mediatica è talmente rilevante da farci quasi dimenticare che stiamo parlando di un prodotto che arriverà sul mercato solo tra qualche mese. Questa volta, però, le sue caratteristiche tecniche non c’entrano, o meglio, fanno da sfondo alla vicenda: le parole di Tim Cook, colui che traghetta Apple in questo periodo senza Steve Jobs, non sono piaciute ai vertici di Palm. La presentazione del nuovo Palm Pre ha creato un po’ di subbuglio perché sembra, finalmente, che possa arrivare sul mercato un degno rivale di iPhone: Apple naturalmente non sta a guardare e Palm ha già risposto. Ma andiamo con ordine.
Nel corso della conferenza di Mercoledì, in cui Tim Cook ha svelato gli introiti dell’ultimo trimestre, lo stesso ha chiarito che Apple è pronta a difendere la propria proprietà intellettuale con qualsiasi arma a sua disposizione. L’obiettivo di questa minaccia anonima ma poco velata, è presumibilmente Palm perché il suo futuro Palm Pre contiene funzioni come, ad esempio, il multi-touch che si trovano in iPhone. Questo eccessivo nervosismo nei confronti di Palm potrebbe derivare dal fatto che il progetto Palm Pre è stato guidato da Jon Rubenstein, ex dipendente di Apple e uno dei “papà di iPod”, insieme a qualche ingegnere che lo stesso Rubenstein ha convinto a passare al nemico.
Queste le parole di Tim Cook:
“[…] abbiamo un approccio fondamentalmente diverso da quello di tutti gli altri perché pensano prevalentemente da un punto di vista legato all’hardware. E, così, come ho detto prima, siamo molto, molto consapevoli del fatto che siamo competitivi. Ci siamo permessi di guardare oltre ai nostri cancelli. Ci piace la concorrenza, purché non ci depredi della nostra proprietà intellettuale. Se ciò avvenisse, saremo pronti a prendere provvedimenti verso queste persone […]“
Naturalmente, la risposta ufficiale di Palm non si è fatta attendere:
“Palm ha una lunga storia di innovazione che si riflette nei nostri prodotti e possiede anche un robusto portafoglio di brevetti e da molto tempo siamo apprezzati per i nostri brevetti, ritenuti fondamentali nell’ambito della elettronica portatile. Se ci imbatteremo in azioni legali, siamo fiduciosi perché abbiamo gli strumenti necessari per difenderci“.
Questo è solo il primo round della diatriba: ora è il turno di Apple. Vedremo se a Cupertino hanno deciso di arrivare in fondo alla faccenda, oppure se tutto questo è stato frutto dell’ancora mal digerito passaggio di Rubenstein da Apple a Palm.