C’è aria di far west nel mondo della telefonia mobile: tutti sembrano voler andare contro tutti e denunce per violazione dei brevetti fioccano come neve a dicembre. A pochi giorni dall’azione legale di Microsoft contro Motorola per la questione legata alle proprietà intellettuali violate da Android – incredibile ma vero – la stessa Motorola ha pensato di adoperare le carte bollate come armi sporgendo causa contro Apple, rea, secondo l’accusa, di aver violato 18 brevetti in iPhone, iPad, iPod Touch e alcuni computer delle Casa di Cupertino.
Entrando nel dettaglio, il Gruppo della mela avrebbe usato senza permesso delle tecnologie di proprietà intellettuale di Motorola in “molti dei suoi prodotti principali e nei servizi legati ad essi”. Fra queste, si segnalano elementi legati a WCDMA (3G), GPRS, Wi-Fi 802.11, e-mail wireless, servizi di localizzazione, gestione software, sensore di prossimità e sincronizzazione di dispositivi.
La violazione dei brevetti, dunque, non riguarderebbe solo i dispositivi hardware, ma anche software e, cosa ancor più grave, servizi online del calibro di App Store (la vetrina digitale da cui si acquistano applicazioni e giochi per tutti i dispositivi Apple) e MobileMe (i servizi Web per la sincronizzazione di contatti, e-mail, calendari, ecc.).
Insomma, l’accusa è gravissima e potrebbe anche portare qualche fastidio alla commercializzazione dei prodotti Apple in madrepatria, ma ormai è chiaro che dalle parti di Schaumburg (Illinois, sede di Motorola), visti gli attacchi ricevuti dall’esterno (leggasi Microsoft), stanno facendo di tutto per non soffocare nella guerra dei brevetti e passare da vittime e carnefici nel più breve tempo possibile.
Ciò detto, per il momento è inutile prodursi in giudizi affrettati (in un senso o nell’altro) senza aver ascoltato prima le “due campane”. Steve Jobs avrà sicuramente molto da dire sulla questione, e noi siamo qui ad attendere la sua arringa difensiva. Poi, si potranno fare le dovute valutazioni.
[Via | Unwired View]