La notizia era rimbalzata nei portali di settore e nei mass media nazionali per diverse settimane: in autunno anche Tre Italia avrebbe avuto la possibilità di commercializzare l’iPhone 3G di Apple. Una notizia presa con entusiasmo da tantissimi utenti, delusi delle condizioni di vendita attuate da Tim e Vodafone.
Come sappiamo, le compagnie leader del nostro paese hanno deciso di attuare qualcosa di molto simile ad un oligopolio, rinunciando ad una concorrenza seria e puntando a tenere i prezzi sempre più in alto. Strategie commerciali che hanno acceso la rabbia degli utenti e chiamato in causa anche Antitrust e associazioni di consumatori.
Vincenzo Novari, amministratore delegato di Tre, era fiducioso fin dal principio sulla validità dell’offerta che sarebbe potuta nascere dalla compagnia leader nel settore 3G in Italia, realizzando quindi un’alternativa valida e nettamente più concorrenziale rispetto a ciò che hanno fatto fino ad ora gli operatori mobili sopraccitati.
“A settembre avremo l’iPhone”, “la nostra sarà un’offerta aggressiva”, sono alcune delle frasi dell’ad pronunciate quest’estate in più di un’occasione. Ma la doccia fredda è arrivata in questi giorni: Apple ha, infatti, rifiutato la partnership con Tre Italia per la commercializzazione del melafonino. La scelta della casa di Cupertino sarebbe legata ad un disinteresse dell’azienda nell’includere un’altra compagnia telefonica nella distribuzione del touchscreen device in Italia.
Una scelta, questa di Apple, che era già nell’aria fin dall’esordio del dispositivo: ricorderete sicuramente le “denuce” pubbliche di Novari sull’impossibilità di aprire un canale di comunicazione con Apple per discutere su un possibile arrivo dello smartphone nel listino di Tre. Oggi, quindi, abbiamo la conferma che tale impossibilità non era certo dovuta da fattori esterni ad Apple. Gli utenti che hanno voluto attendere l’autunno per l’acquisto dell’iPhone con un operatore differente rispetto a Tim e Vodafone e, quindi, a condizioni diverse, dovranno rassegnarsi e pazientare ancora per un bel po’.