È difficile fare il conto dei tantissimi prodotti dotati di sensibilità al tocco lanciati dalle grandi case produttrici lo scorso anno per combattere lo strapotere mediatico e commerciale di iPhone 3G di Apple. Un successo, quello del melafonino di Cupertino, che ha spinto i colossi della telefonia mobile a trovare un modo per contrastarlo, attraverso prodotti dalle features più interessanti e qualitativamente maggiori. Ma nessuno sembra essere riuscito ancora a rendere davvero difficile la vita al melafonino californiano. Tra i modelli più accreditati come “iPhone Killer” c’era senza dubbio il primo touch screen device BlackBerry, ribattezzato Storm.
“Una tempesta sull’iPhone”, “Un tuono per fulminare il melafonino”, sono solo alcuni dei titoli che nei mesi che precedevano il suo arrivo sono stati usati per descrivere il rivoluzionario prodotto di RIM. Circa 100 milioni di dollari investiti per la sua realizzazione e un’aspettativa di successo forse anche troppo alta. Quali sono realmente i risultati dello Storm, a qualche mese dal suo lancio ufficiale?
Secondo i dati resi noti, i terminali venduti sono stati circa 500 mila, sicuramente sotto le attese dell’azienda nord americana. Il problema, però, è legato anche alla qualità del dispositivo stesso: seppur alcune features tecniche siano ottime, altre sembrano proprio inadatte al mercato touch screen di oggi: sensibilità al tocco imperfetta, rallentamenti software, interfaccia grafica non fluida. Sono questi i principali punti deboli del terminale e a dirlo sono gli stessi possessori, molti dei quali per nulla soddisfatti dell’acquisto.
Research In Motion cerca di correre ai ripari, studiando una soluzione che possa perfezionarne le funzionalità: il gruppo sta infatti lavorando ad un nuovo software che riesca a risolvere i bug presenti nella release attuale e che riesca a rialzarne il nome sul mercato. Resta da vedere se basterà davvero un aggiornamento per migliorare e rendere più pericoloso lo Storm, soprattutto nel confronto diretto con l’iPhone 3G, che pur con tutte le sue mancanze (e non sono poche), sembra sempre più irraggiungibile.
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