Prosegue l’azione di sostegno e di solidarietà a favore della popolazione colpita dal terremoto in Abruzzo da parte delle istituzioni pubbliche e delle aziende private. In particolare per far fronte all’emergenza degli studenti universitari de L’Aquila, Telecom Italia ha avviato un’iniziativa di solidarietà che consentirà di collegarsi ad internet in mobilità per il proseguimento delle attività di studio e di ricerca connesse al percorso formativo e accademico.
L’iniziativa è realizzata d’intesa con il Ministro della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, il Sottosegretario di Stato e Commissario Delegato per l’emergenza terremoto, Guido Bertolaso, il Rettore dell’Università de L’Aquila, Ferdinando di Orio e il Presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri di Genola.
Gli studenti usufruiranno di 2000 chiavette per la connessione ad internet e di 100 ore al mese, per 4 mesi, di traffico internet gratuito per proseguire la preparazione didattica. Passati i primi 4 mesi, infatti, l’augurio è quello che molti di questi studenti possano tornare ad una vita simile a quella dei proprio coetanei.
I 2000 studenti universitari, individuati dall’Ateneo aquilano, che avranno in dotazione la chiavetta dotata di SIM CARD, potranno collegarsi ad Internet dal proprio personal computer attraverso la larga banda mobile di TIM, fino ad una velocità di 7,2 Mega. Telecom Italia ha già provveduto da ieri a distribuire le chiavette e ad attivare le SIM agli assegnatari presso i due camper mobili situati nei locali esterni adiacenti l’entrata della Facoltà di Scienze.
Personalmente mi fa piacere scoprire “il lato umano” di questi gestori telefonici che tanto critichiamo per tariffe poco vantaggiose e lontane dalle richieste di noi consumatori. Qualcuno obietterà dicendo che non si tratta di un regalo di Telecom Italia ma di una collaborazione con il Governo italiano che finanzia l’operazione. Certamente potrebbero stare così le cose: io, però, voglio pensare che tutto questo sia solo frutto del “lato umano”.