Chi ci segue quotidianamente sa benissimo che uno degli aspetti più rilevanti e centrali della telefonia mobile moderna è l’alimentazione, e i numerosi articoli dedicati a questa tematica ne sono una prova concreta . I devices odierni devono avere un supporto energetico maggiore rispetto ai telefonini di una decina d’anni fa’: con una convergenza sempre più al centro del settore, le mille anime dei terminali necessitano di un’alimentazione differente per garantirne un efficace funzionamento. Gli ultimi dati relativi alle modalità di utilizzo dei cellulari da parte dell’utenza sono chiari: il lettore MP3 più usato in assoluto è proprio il telefonino.
Sempre più persone si affidano al player audio del proprio device per godere della musica in mobilità, anziché acquistare un dispositivo a parte. Questa nuova abitudine ha spinto le grandi aziende non soltanto ad ottimizzare i prodotti affinché potessero offrire una qualità audio superiore, ma anche un’autonomia in riproduzione che potesse essere “all’altezza della situazione” e che non compromettesse l’intera alimentazione del device, facendo crollare la batteria nel giro di poche ore.
Tra le novità del settore c’è da segnalare il nuovo chip di ST-Ericsson, ribattezzato Stw5211, un convertitore audio che consente di unire una qualità di suono sopraffina e un risparmio energetico senza precedenti, prolungando la durata del tempo di riproduzione. Il chip è dotato di tecnologia Playback Time Extender che, grazie ad una progettazione ad hoc che spinge il processore a lavorare in maniera autonoma soltanto sulla riproduzione, raddoppia letteralmente la durata media della batteria.
Un ulteriore passo, quindi, che renderà i telefonini di prossima uscita ancora più performanti e sempre più lontani dal “classico” utilizzo chiamate-messaggi. Secondo le indiscrezioni rese note in questi giorni, l’uscita sul mercato dei chip è in agenda per l’estate di quest’anno: attendiamo di sapere i nomi dei primi dispositivi mobili che faranno affidamento a questa nuova e interessante tecnologia.