La telefonia mobile è divenuta ormai una costante della società odierna. Nel nostro paese il numero delle sim attive in circolazione supera addirittura quello della popolazione, per non parlare delle vendite dei terminali. In casa ci si ritrova sempre più spesso con più di un telefonino, con terminali perfettamente funzionanti ma inutilizzati, perché sostituiti da modelli più recenti o perché se n’è ricevuto uno in regalo. Ovviamente questo accade anche in altri paesi, ma non pensiamo che la diffusione cosi capillare dei telefonini sia limitata soltanto ai paesi economicamente avanzati: l’avvento delle economie emergenti ha fatto da traino anche ai mercati meno performanti, facendo crescere esponenzialmente la domanda di nuovi terminali.
Ovviamente ci sono luoghi in cui ancora la telefonia mobile è particolarmente presente e anche in paesi a forte crescita, come la Cina, è molto ampia la fascia di popolazione ancora nella soglia di povertà che non può permettersi un acquisto di questo tipo. Ecco perché in Italia è partita l’iniziativa Happy Phone, nata da un’idea dell’Associazione Amici della Caritas della capitale in collaborazione con il Comune di Roma, l’azienda Eco-Sol e Poste Italiane.
Il progetto, per ora, è delimitato nel centro laziale e coinvolgerà diversi comuni. Lo scopo è quello di creare dei centri di raccolta per cellulari: tutte le persone che possiedono un telefonino non più utilizzato ma funzionante potrà donarlo in tali centri. I terminali raccolti verranno controllati, riparati, messi a punto da Eco-Sol e verranno distribuiti in diversi mercati emergenti e in via di sviluppo a prezzi molto accessibili e vantaggiosi.
Una sorta di redistribuzione globale della tecnologia mobile che punta ad un maggiore sviluppo della telefonia mobile anche nei livelli più bassi della società. Non sappiamo ancora se Happy Phone resterà un’iniziativa soltanto romana oppure si estenderà anche in tutto il territorio nazionale nel prossimo futuro.