L’ISTAT ce l’ha confermato alcune settimane fa’: l’Italia è invasa dalla telefonia mobile. Ci sono più sim card che abitanti e nelle nostre case non è certo strano trovare più telefonini che componenti. Di conseguenza ci troviamo, molto spesso, a dover cambiare il telefonino e lasciare in casa i vecchi dispositivi. Molti, invece, non sapendo che farsene, preferiscono gettare via il terminale, contribuendo all’inquinamento dell’ambiente: il telefonino, infatti, non è un “normale” rifiuto al pari di plastica, carta o secco, ma necessita di particolari procedure per lo smaltimento per la presenza di sostanze altamente pericolose se disperse in maniera incontrollata, come piombo, mercurio, cadmio, cromo e plastiche.
Non tutti sanno, però, che il cellulare usato può essere utilizzato anche come gesto di solidarietà. Vi suona strano? Stiamo parlando, invece, del progetto ‘Donaphone – Il Telefonino solidale‘. L’iniziativa, presente in diversi comuni della Lombardia e del Piemonte, prevede l’attivazione di centri di raccolta dei terminali usati, in modo tale da rendere più differenziata la raccolta e, nei casi in cui sarà possibile, recuperare i terminali non del tutto fuori uso.
Lo scopo primario del progetto Donaphone è quello di ristrutturare un’abitazione di Milano per trasformarla in un vero e proprio centro di accoglienza per 4/5 nuclei familiari composti da madre e figlio, impossibilitati, per una serie di motivi, ad avere una residenza per cosi dire “normale”. Sarà inoltre messo a disposizione delle persone svantaggiate un team di persone specializzate che si occuperanno degli aspetti più delicati legati all’educazione e alla tutela dei minori, nonché al supporto per le madri in difficoltà.
L’ente promotore dell’iniziativa è Farsi Prossimo Cooperativa Sociale Onlus e il progetto ha anche un sito Web ufficiale, www.donaphone.it, dove sono a disposizione tutte le informazioni relative a Donaphone e alle modalità di adesione. Non gettate via i vecchi cellulari, quindi: darete una piccola mano all’ambiente e un grande supporto a chi, purtroppo, non ha la fortuna di vivere in luoghi caldi e confortevoli, come una madre e un figlio dovrebbero.