Immaginatevi di avere un cellulare in tasca, che in realtà non è solo un cellulare, ma una bomba pronta ad esplodere. Come vi sentireste? Avete già infilato la mano nella tasca per mettere il più lontano possibile il telefonino? Detta in questo modo sembra davvero qualcosa di ironico e quasi uno scherzo: non lo è stato, invece, per una donna torinese che si trovava in vacanza in Calabria. Ma andiamo con ordine: la vicenda in questione non risale a qualche giorno fa’, ma è accaduta già da qualche mese.
Gli organi di informazione, però, non avevano evidenziato troppo la notizia: oggi, invece, la singolare storia torna alla ribalta dopo che la sfortunata signora ha sporto denuncia contro l’azienda produttrice del suo telefonino. Ma cos’è accaduto di tanto grave? La donna, dopo aver scattato una foto, si apprestava ad inviare il file ad alcuni amici e familiari tramite mms. In un attimo il (quasi) dramma: il telefonino le è letteralmente esploso tra le mani, ustionandola seriamente. Il motivo?
Un surriscaldamento sconsiderato della batteria del terminale, per motivi ancora sconosciuti. Il device era stato acquistato di recente dalla torinese: si tratta di uno dei tanti cellulari made in China, a basso costo, abbastanza diffusi anche nel nostro paese, attirati dall’apparente rapporto qualità-prezzo e da un design che ricorda modelli più blasonati e sicuramente più cari. Ovviamente i problemi ci sono e riguardano soprattutto l’assenza totale o quasi di sistemi di controllo che possano testare le varie specifiche dei prodotti, aumentando il rischio di malfunzionamenti e, nei casi più gravi, di esplosioni e surriscaldamenti molto pericolosi per gli utilizzatori.
Non è stato reso ancora noto il nome della casa produttrice, ma è abbastanza intuibile che il problema non riguarda solamente questa azienda. L’unico modo per potersi difendere da tali situazioni è quello di scegliere prodotti di qualità certificata, senza dubbio più cari nel prezzo, ma decisamente più sicuri per il possessore.