Cari lettori, molto spesso, tra le pagine Web di settore, nelle riviste cartacee e negli altri mass media si parla del mercato della telefonia mobile. Dati, statistiche, percentuali, azioni che vanno su, quote di mercato che scendono, ricavi in aumento, cosi come le perdite. È molto difficile districarsi su questi numeri tanto che, in alcuni casi, i lettori si trovano spesso a chiedersi: “ma il mercato della telefonia mobile è in crescita o è in calo?”.
Un quesito abbastanza semplice, o almeno lo è in apparenza. Cerchiamo di capire, quindi, qual è l’attuale stato delle cose: innanzitutto c’è da dire che i pezzi venduti sono cresciuti, grazie anche all’ascesa delle economie emergenti che hanno accresciuto in modo esponenziale la domanda. Le case produttrici, però – Nokia in primis – hanno attuato una differente politica di vendita, abbattendo i costi medi per ogni terminale e diminuendo, di conseguenza, i prezzi dei singoli prodotti.
Tale scelta ha, ovviamente, stimolato la crescita della domanda ma nel contempo ha fatto crollare i ricavi delle aziende. I mercati di oggi, inoltre, soprattutto in questi mesi, sono molto instabili e i titoli schizzano verso l’alto o verso il basso senza che vi sia modo di prevederne l’andamento. La principale area di crisi nel consumo sta tra gli utenti che possiedono già un terminale e che ritardano la sua sostituzione con uno nuovo.
Ciò che si teme, però, è che la crisi si estenda anche tra i potenziali acquirenti del primo terminale, una situazione che potrebbe mettere in seria pressione i colossi del settore mobile. C’è confusione anche sul mercato smartphone, che ha raggiunto quote sicuramente importanti negli ultimi anni: i prezzi, ovviamente, sono più importanti e la concorrenza si rivela sempre più spietata.
La situazione critica di questi mesi fa paura ai gruppi commerciali, pronti a rilasciare nuovi prodotti che potrebbero rivelarsi un flop a causa dei costi troppo alti (basti pensare, ad esempio, al Nokia N96) e ad una sfiducia da parte dei consumatori sempre più accentuata. Vedremo se i risultati raggiunti alla fine dell’anno daranno maggiore ottimismo al settore oppure i problemi fin qui riassunti qui verranno confermati.