Abbiamo visto spesso come le impressioni e le opinioni su un prodotto possano essere differenti, addirittura contrastanti a seconda dell’utente che ne giudica la validità. Ci sono prodotti, come iPhone di Apple ad esempio, che rendono tale diversità di vedute una sorta di “guerra” a favore o contro il touch screen device, senza una via di mezzo. Stessa cosa sembra stia accadendo, seppur con dimensioni più contenute rispetto al melafonino, anche per il nuovo T-Mobile G1 e per il suo sistema operativo Android. Un software, quest’ultimo, elogiato da alcuni e criticato da altri. Ovviamente in questo caso, come per iPhone e per altri prodotti, la verità sta nel mezzo: non esistono prodotti perfetti e immuni da difetti o mancanze.
Neppure Android: Charlie Miller, ricercatore dell’Indipendent Security Evaluators di Baltimora e famoso per le sue analisi e scoperte di punti deboli di alcuni devices Apple, ha dimostrato la presenza un bug del sistema che consentirebbe a malintenzionati di dirottare il sistema in alcuni portali “maligni” con una certa facilità: il tutto tramite il browser per la navigazione.
Un problema, questo, sempre più presente in ambiente mobile poiché è un’area in cui i crackers sembrano essere sempre più attratti. Miller ha comunque mostrato le sue analisi a Google, la quale non è apparsa poi cosi preoccupata. La giustificazione del search engine di Mountain View sul problema è stata abbastanza semplice: l’utilizzo di moduli non aggiornati nella realizzazione del sistema avrebbe causato la falla.
Un aspetto, quindi, a cui si potrà porre rimedio con una certa semplicità. Google ha promesso di rilasciare molto presto una soluzione definitiva per il bug di sistema scovato da Miller. Se ciò fosse vero sarebbe un’ulteriore prova di come i problemi di un sistema open source siano facilmente rintracciabili e risolvibili in tempi più o meno brevi, grazie ad una partecipazione più ampia di individui al progetto, anche di semplici appassionati non coinvolti nel progetto base.