Il successo e la crescita esponenziale delle economie emergenti è sotto gli occhi di tutti. In questi mesi è la crisi finanziaria ed economica mondiale a farla da padrona e i picchi del PIL a due cifre a cui alcuni paesi ci avevano abituato fino a poto tempo fa non sono più cosi sorprendenti. Ma ciò non toglie che il successo economico di stati come l’India o la Cina non proseguirà nel prossimo futuro, con l’annunciata ripresa dei mercati. Basta osservare i diversi settori dell’economia per rendersi conto di quanto peso stiano assumendo i colossi asiatici nel mercato globale.
Per quanto riguarda la telefonia mobile, ad esempio, la ZTE Corporation rappresenta ormai una realtà mondiale altamente competitiva, grazie al suo ottimo lavoro di produzione di terminali di varie fasce economiche o di devices destinati alla brandizzazione da parte dei carrier. Secondo alcuni dati diffusi in questi giorni via Web, il gruppo cinese avrebbe superato Motorola nella classifica dei produttori di telefonia mobile.
Il gruppo di Shenzhen, quindi, si troverebbe molto vicino ad altri marchi ben più noti del mercato occidentale, come Samsung, LG e Sony Ericsson. C’è chi ipotizza addirittura un sorpasso della joint venture nippo svedese da parte di ZTE già entro quest’anno, qualora il sodalizio tra Sony ed Ericsson finisca. Forte dei 50 milioni di pezzi prodotti nel solo 2008, ZTE ha tutte le carte in regola per competere ad armi pari con le grandi aziende che fino ad ora hanno dominato il mercato di tutto il mondo.
Se si pensa che lo scorso anno l’azienda è cresciuta del 27,37% rispetto al 2007, in piena crisi, forse si riuscirebbe ad avere almeno un’idea della potenza economica del gruppo cinese. I progetti futuri di ZTE, come annunciato dallo stesso fondatore Hou Weigui, prevedono una strategia a 360 gradi che guarderà non soltanto il mercato interno, dove ormai la casa produttrice detiene il primato nel settore 3G, ma anche i paesi occidentali e quelli in via di sviluppo saranno una priorità imprescindibile per poter proseguire la scalata verso l’olimpo dei produttori mondiali.
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