In contrapposizione a tutti gli articoli che abbiamo letto in cui la domanda “il telefonino fa male alla salute?” capeggiava a grandi caratteri ma la risposta restava sempre un punto interrogativo, da un’ufficio dell’Asl italiana ci arriva una notizia che pone i nostri amati cellulari sotto una luce completamente nuova e… umanitaria!
Tutto nasce un giorno del 2008 quando Livio Bellina, responsabile dell’Asl 6 della Regione Sicilia si trova in una situazione problematica: deve confermare la presenza della malaria nel sangue di un paziente, ma non ha i mezzi scientifici per poterlo fare. Allora, il signor Bellina ricorre all’uso di un semplice cellulare e, in modo seppur ortodosso, riesce a fare una foto a quanto viene mostrato dal suo microscopio. Invia la foto via MMS al centro diagnostico di riferimento per farla analizzare e trova conferma alla sua diagnosi. Quell’esperienza ha fatto venire in mente una semplice domanda nella testa di Bellina: “si potrebbe usare lo stesso metodo per compiere analisi in luoghi lontani privi di apparecchiature mediche adeguate?“.
Nella gran parte dei paesi in via di sviluppo le connessioni internet scarseggiano come l’acqua, ma sappiamo bene che i cellulari di oggi non solo sono sono capaci di collegarsi al web, ma sono anche in grado di inviare foto ad alta risoluzione, permettendo diagnosi a distanza proprio come ha fatto lo stesso Bellina dal suo ufficio. Pensate a quanti medici lavorano in angoli remoti della terra, senza gli strumenti necessari per le loro diagnosi, ma con un dispositivo sempre in tasca che potrebbe aiutarli non poco nel loro difficile lavoro.
Livio Bellina ed Eduardo Missoni – del Centro di ricerche sulla gestione dell’assstenza sanitaria e sociale dell’Università Bocconi – hanno compiuto uno studio su numerosi campioni di cellulari, tutti con caratteristiche differenti, e sono giunti alla conclusione che basta una fotocamera da 0,8 megapixel per scattare foto o registrare filmati di una qualità sufficiente affinchè la maggior parte delle diagnosi possa essere confermata da laboratori posti dall’altra parte del mondo.
Un sistema così non può che essere accolto a braccia aperte dal mondo medico, permettendo di portare aiuto laddove strumentazioni scientifiche sarebbero troppo costose. Pertanto il cellulare fa bene alla salute? In questo caso possiamo affermarlo con un sorriso: si!
livia bellina 14 Giugno 2011 il 01:29
Per caso solo adesso mi segnalano l’articolo di Crispino
vorrei precisare che il signor livio bellina in realta’ e’ la dottoressa livia bellina
della quale puo’ leggere sul web
Livia Bellina