I nostri cellulari, sempre più veloci, sempre più multimediali, sempre più interconnessi tra loro attraverso internet stanno cambiando il nostro modo di vivere e se noi utilizzatori pensiamo a navigare in modo più fluido, in America ci si chiede se è il caso di re-inventare internet mobile.
Il successo oltre ogni aspettativa di iPhone, abbinato a vendite contrattuali (in America) con piani internet flat, ha smosso molte certezze che gli operatori avevano fino al giorno prima del suo arrivo. AT&T, il carrier statunitense che ha “subìto” maggiormente i pro e i contro dell’esclusiva iPhone, ha provato sulla propria pelle cosa volesse dire “congestione della rete”, con continui disservizi in certe zone degli states dovute proprio all’eccessivo utilizzo della navigazione mobile.
La Federal Communications Commission americana ha iniziato a raccogliere consigli e pareri di tutti gli operatori in merito allo sviluppo dell’Internet mobile: Google ed AT&T chiedono la liberalizzazione di nuove frequenze wireless per una maggiore diffusione della banda larga mobile. In campo ha espresso la sua opinione anche il Ministero di Giustizia Americano (DOJ) che chiede alla FCC un maggiore controllo sulla qualità reale offerta dagli operatori, poichè troppo spesso i carrier pubblicizzano le loro connessioni mettendo l’accento solo i picchi massimi – teorici – di trasferimento dati, ma non rendono pubbliche le reali medie di connessioni per gli utenti.
Google, dal canto suo, ha fondato il White Spaces Database Group, candidandosi come amministratore di un database di queste White Spaces che sono tutte quelle frequenze libere utilizzabili per trasmissioni tv, radio ed internet, al fine di evitare interferenze tra loro, garantendo così una maggior qualità del segnale.
Insomma, il mercato USA, visto l’incremento di accessi mobili negli ultimi anni, rischia di congestionarsi se non si corre ai ripari. Vedremo se gli americani sono in grado di re-inventare il modo di concepire internet mobile. Nel frattempo, noi italiani, con le nostre tariffe, siamo ancora molto lontani da questi problemi.