Il settore dei cellulari esce (ufficialmente) dalla crisi.

di Redazione Commenta

Ne abbiamo le tasche piene di sentir parlare di questa crisi, ma se si può infondere un po’ di ottimismo, coniugato ai nostri amati cellulari, la notizia merita di essere presa in considerazione e riguarda i dati di vendita dei telefonini nell’ultimo trimestre 2009 che vede una ripresa a livello mondiale.

Mentre alcuni settori ancora arrancano per uscire da un periodo infelice, ne esce a testa alta il mercato delle telecomunicazioni che segnano una forte crescita già dalla fine dell’anno passato. A dirlo è un’analisi di iSuppli che ha scandagliato a livello mondiale l’andamento delle vendite. A fine 2009, infatti, sono stati venduti oltre 1,15 miliardi di cellulari e, seppure in leggera flessione rispetto l’anno precedente, contestualizzato in un’economia mondiale piuttosto insipida, quello dei telefonini è un settore che esce a testa alta. Ma non solo, il 2010 si preannuncia piuttosto florido dato che ci si aspetta un aumento delle vendite trainato dagli smartphone che stanno conquistando sempre più consensi e che iniziano a fare capolino anche negli spot televisivi nostrani.

Gli smartphone rappresentano il futuro a cui tutte le aziende stanno guardando e si stanno muovendo sempre più attivamente, con modelli entry-level e la nascita di nuovi sistemi operativi mobili. In merito alle vendite di smartphone, Nokia continua  a farla da padrona, accaparrandosi quasi il 38% del mercato mondiale, seguita a ruota da Samsung Electronics con il 20,6%.

Il senior analyst di iSuppli, Tina Teng, è molto ottimista per quanto concerne il futuro della telefonia: “Data la ripresa del mercato a fine 2009, con Europa, America Latina e Medio oriente particolarmente attive nella spinta al rilancio, la recessione per l’industria dei telefoni cellulari può dirsi ufficialmente conclusa.” La cosa positiva è che ci si aspetta una reazione a catena di ottimismo che possa trainare anche gli altri settori. Come accade (troppo) spesso, in caso contrario, in cui un settore “sfortunato” tenda a trascinare con se anche altre branchie, questa volta ci si aspetta il risultato opposto.

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