Questa è una notizia che potrebbe scuotere il settore della telefonia mobile – e di tutti i concetti di privacy sulle chiamate – dalle fondamenta con conseguenti grattacapi per molte, moltissime aziende: Karsten Nohl, un ricercatore tedesco ha scoperto come “sbloccare” il codice di protezione usato per le reti mobili GSM.
Durante il Chaos Communication Congress di Berlino, Nohl ha dichiarato che il suo intento era esclusivamente quello di dimostrare quanto le reti GSM siano vulnerabili ad attacchi informatici neppure troppo evoluti o complessi. Per scopi puramente accademici (come sostiene) ha voluto far conoscere al mondo che le nostre conversazioni non sono tanto al sicuro quanto avremmo pensato. Il codice di protezione preso di mira è stato “abbattuto” con un sistema open source, messo in opera da un totale di 25 hacker a partire dall’estate scorsa.
Nohl ha inoltre voluto dimostrare come basti un semplice iPhone ed i dati in merito per lo “sblocco” (peraltro già presenti in internet) per intercettare telefonate ed sms.
La Gsm Association è subito corsa ai ripari dichiarando al New York Times che il metodo illustrato dal giovane tedesco è sì teoricamente fattibile, ma improbabile nella realizzazione e che la sua attuazione viola leggi di mezzo mondo.
Ricordiamo che la rete Gsm, ad oggi, è utilizzata da circa 3 miliardi di utenti in tutto il mondo, e mentre i nostri politici si preoccupano tanto che le loro telefonate non vengano intercettate e utilizzate a fini giudiziari, il metodo di Nohl potrebbe rendere ogni nostra telefonata “aperta” a tutti quelli che vorranno ascoltare i fatti nostri. Riteniamo che possa interessare poco o niente del fatto che qualcuno ascolti le cavolate che ci si racconta tra amici, ma quando possono esserci di mezzo spionaggio industriale, o peggio, intercettazioni per fini illeciti la faccenda diventa seria, e non basta di certo una dichiarazione al New York Times per calmare le acque.
vito 8 Settembre 2012 il 19:59
ma prima o poi i gsm si ascolteranno come gli etacs?