Come scritto in mattinata, dopo un lungo e intenso confronto, dapprima con ASSTEL e successivamente con i principali operatori di telefonia mobile, sono giunte finalmente le risposte che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) attendeva e che aveva nei giorni scorsi più volte sollecitato. Si tratta di singole risposte trasmesse da TIM, Vodafone, H3G e Wind, che si differenziano per caratteristiche e modalità di applicazione in coerenza con il carattere concorrenziale del mercato. In pratica tutte però garantiscono che i clienti dei principali operatori mobili potranno accedere senza costi aggiuntivi a tariffe allineate al tetto comunitario sugli SMS e a piani tariffari al secondo, che dovranno essere stabilmente offerti.
Le principali novità che i consumatori italiani avranno a disposizione entro gennaio prevedono tariffe per gli sms non superiori a quelle previste nel Regolamento comunitario (ovvero 11 centesimi di euro + tasse) e la tariffazione al secondo delle chiamate per i clienti che lo richiederanno.
Le nuove proposte degli operatori italiani mirano a rispondere al requisito minimo di trasparenza che l’AGCOM aveva richiesto in applicazione di un principio che, prima di essere giuridico, è di buon senso, tale cioè da garantire che il cittadino italiano non sia posto in alcuni casi in una paradossale situazione di svantaggio rispetto a chi spedisce gli sms dall’estero.
Il Consiglio ha anche deliberato di sottoporre a consultazione pubblica una serie di soluzioni tecniche per migliorare la trasparenza delle condizioni di offerta nel mercato dei servizi dati in mobilità (chiavette, telefonini avanzati), al fine di contrastare il fenomeno degli addebiti poco chiari particolarmente onerosi in bolletta a causa di consumi inconsapevoli (bill shock).
La proposta prevede la predisposizione di sistemi di allerta più efficaci di quelli attualmente impiegati (SMS, messaggi di posta elettronica, finestre pop-up sul personal computer) in grado di informare tempestivamente il cliente prima che venga consumato l’80% del traffico residuo.
E’ previsto in particolare un blocco del credito o dei volumi di consumo, da indicare a cura del cliente, per tutelare quest’ultimo da modalità tecniche di configurazione dei terminali o di utilizzo delle reti che si sono rivelate particolarmente esposte a un’escalation dei consumi.