I Carabinieri di Ravenna e Comacchio hanno notificato nei giorni scorsi, in una vasta operazione, ben 13 “Ordinanze di custodia cautelare in carcere” a carico di altrettanti soggetti responsabili di avere dato via ad una organizzazione dedita alla truffa ai danni di numerosi ignari cittadini e alle compagnie telefoniche. I reati sono di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, sostituzione di persona, falso e ricettazione.
L’indagine, avviata fin dal 2007, ha permesso di capire come l’organizzazione fosse in grado, utilizzando fraudolentemente i dati personali di ignari cittadini, di stipulare a loro nome contratti telefonici che permettevano di ricevere apparati cellulari, computer portatili, schede di navigazione internet ed altro, inviati dalle compagnie telefoniche in comodato d’uso connesso al contratto telefonico stesso. Ovviamente il pagamento del canone di abbonamento rimaneva a carico dell’ignaro cittadino che vedeva recapitarsi i costi dei contratti e del traffico telefonico a loro intestati.
Proprio dalle numerose denunce ricevute dalle Stazioni Carabinieri, in particolare quelle di Ravenna Via Alberoni e Porto Garibaldi, sono partiti i primi accertamenti che hanno permesso di appurare come i dati venissero sottratti da complici che per la loro attività lavorativa ne venivano in possesso, in occasione dell’attivazione di altri e differenti servizi. Proprio dalla verifica dei dati ricavati dalle agenzie di intermediazione con quelli relativi agli intestatari, si sono individuati i principali organizzatori dell’associazione per delinquere e da lì i complici.
Sono circa 130 le persone truffate, mentre 50 PC e 50 chiavette per navigazione internet più 600 telefoni di ultima generazione, con altrettante SIM Card, sono state fraudolentemente ricevute dagli organizzatori a danno delle compagnie telefoniche, principalmente H3G.
A conclusione dell’indagine la Procura della Repubblica ha sposato le teorie investigative dei Reparti dell’Arma e ha richiesto l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, concesse dal GIP, che hanno condotto in carcere 13 persone. Durante le perquisizioni domiciliari sono stati rinvenuti alcuni apparati cellulari, PC e documentazione di interesse, sottoposti a sequestro ed attualmente al vaglio.
[via|Ansa]