Per quelli che controllano sempre lo stato della batteria del proprio cellulare che “non dura mai abbastanza”, ci sono buone notizie all’orizzonte. I nostri smartphone sono dotati di batterie sempre più performanti, ma GPS, wi-fi, bluetooth, file multimediali e schermi generosi sono avidi di elettricità, quindi le ricerche per trovare un sistema per caricare i cellulari in modo semplice, veloce ed economico si stanno moltiplicando.Fior fior di scienziati e università in giro per il mondo stanno provando molte strade, dalle “classiche” celle solari a sistemi di alimentazione cinetica che traggono energia dai movimenti naturali che facciamo compiere al nostro cellulare.
La Stanford University ha scelto una strada nuova e decisamente originale: un tipo di tessuto che è in grado di fornire energia elettrica per alimentare ogni genere di dispositivo. Liangbing Hu, uno dei ricercatori del prestigioso campus americano ha dichiarato che il loro sistema rivoluzionerà il futuro della fruizione dei gadget che siamo soliti portarci addosso, dai cellulari e relativi auricolari bluetooth, sino alle console portatili e portachiavi geek.
Lo studio è concentrato su fibre di poliestere e cellulosa abbinato ad un pigmento di nanotubi di carbonio – rinomati per la loro capacità di conduzione elettrica. Ho spiega: “Se hai un’ampia superficie puoi immagazzinare molta carica. Da quando abbiamo rivestito fibre tessili di nano tubi di carbonio, abbiamo aumentato le superfici e superato il milione di cicli di carica e ricarica“. Quello che si ottiene è un tessuto che si comporta al pari del cotone: allungabile, flessibile e totalmente lavabile.
Lo studio non è certo terminato. Questo genere di tessuti è in grado di immagazzinare e “distribuire” energia, ma bisogna trovare un sistema per attingerla. Il prossimo passo sarà la combinazione di questo tessuto con una sorta di cella solare, che permetterà di usare i nostri vestiti al pari di un pannello fotovoltaico. Certo, esistono già in commercio cellulari che sul dorso montano questo genere di soluzioni, ma non sempre il telefonino è esposto alla luce, spesso sta in tasca, mentre i nostri indumenti avrebbero inoltre una superficie molto più ampia da sfruttare.