Privacy, questa sconosciuta. La società attuale sembra particolarmente sensibile al tema della riservatezza dei dati e della sfera personali. Il problema, però, è che siamo diventati tutti degli occhi che osservano, filmano, registrano se stessi e chi ci circonda. I video e le foto postati sul Web sono un esempio di come sotto la parola condivisione, social network, Web 2.0 e quant’altro ci sia davvero di tutto e il contrario di tutto. Negli States i telefonini con fotocamera integrata sono arrivati fino al Congresso, con una proposta di legge di un repubblicano, Pete King, che punta a mettere un limite, seppur singolare, sull’utilizzo dei telefonini con fotocamera in pubblico.
Lo scopo principale è quello di rendere palese e pubblico il momento dello scatto di una fotografia, evitando cosi che alcune persone si mettano a fotografare terzi senza nessun consenso da parte di essi. Anche se l’America ha ben altri problemi da risolvere in questi mesi di crisi economico-finanziaria, l’idea di King fa sicuramente discutere: in che modo è possibile evitare che i possessori di cellulari facciano fotografie di nascosto?
Semplicemente rendendo obbligatorio il “click” dello scatto! La proposta di legge, infatti, mira a costringere gli utenti ad utilizzare la particolare suoneria, in modo tale che ci si accorga subito di essere l’oggetto inconsapevole dell’istantanea. Questo, però, non significa che i cittadini verranno spiati uno per uno in modo tale da avere la garanzia che la suoneria venga utilizzata: una situazione abbastanza fuori dal reale, difficilmente attuabile.
L’idea, invece, è quella di costringere non tanto gli utilizzatori, quanto le case produttrici di cellulari, a realizzare dispositivi mobili che non diano la possibilità di “silenziare il click” e, di conseguenza, rendere “invisibile” la fotocamera. A quanto pare vi sono anche altri paesi, come ad esempio il Giappone, che stanno pensando e attuando misure di questo tipo per arginare il fenomeno.