Vi abbiamo parlato più volte della spinosa faccenda dell’uso del cellulare mentre si guida e come possa essere pericolosa persino una conversazione con l’auricolare o il vivavoce, ma c’è chi si è spinto oltre e grazie ad un articolo sul quotidiano per antonomasia, il New York Times, ha vinto nientemeno che l’ambitissimo Premio Pulitzer 2010.
Il giornalista in questione si chiama Matt Richtel ed è riuscito ad aggiudicarsi il titolo più ambito nel giornalismo grazie ad un interessante articolo che mette in luce i reali pericoli che si corrono utilizzando il cellulare mentre si è alla guida. Matt ha condotto una rigorosa inchiesta in merito e l’ha intitolata Driven to Distraction in cui, principalmente, evidenzia come un automobilista coinvolto in una conversazione telefonica possa essere esposto ad incidenti con una media ben quattro volte superiore rispetto ad un guidatore “silenzioso“.
A farci capire che il problema della sicurezza stradale messa a rischio da una telefonata è attuale e riguarda tutti noi interviene Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale: “Negli Stati Uniti, così come in altri paesi il fenomeno della ‘guida distratta’ è percepito più di quanto non lo sia in Italia. La dimostrazione l’avevamo avuta già qualche mese fa, quando il Webster’s New World, il dizionario del linguaggio americano, aveva indicato ‘distracted driving’ come ‘Parola dell’anno’ per il 2009. Elementi che ci portano a capire quanto sia importante, oggi, concentrarci sui fenomeni legati alla guida distratta”.
Affinchè tutti possano capire l’importanza di questo problema, Salvati aggiunge: “Per questo lanceremo a breve una massiccia campagna di sensibilizzazione relativa alla guida distratta. Anche su questa tematica dobbiamo fare in modo di cambiare i comportamenti che si hanno, nel nostro Paese, alla guida. Il punto è che le regole vanno rispettate sempre. Senza, si rischia di farsi del male o di fare molto male”
Insomma la sicurezza stradale dipende da molti fattori e se la nostra disciplina può aiutarci, semplicemente evitando telefonate che possiamo fare a tragitto ultimato, ben vengano queste campagne di sensibilizzazione.