Cari lettori, immaginatevi di trovarvi in mezzo ad una colossale intercettazione che spia qualsiasi movimento che fate, la musica che ascoltate, i messaggi che scrivete, le telefonate e quant’altro sia legato al vostro terminale. È vero, forse oggi questa immagine non fa poi cosi tanto scalpore, abituati come siamo ad una sorta di controllo generalizzato delle nostre vite.
Il Grande Fratello profetizzato dal romanzo “1984” di Orwell si manifesta sempre più frequentemente in diversi modi: videocamere, intercettazioni telefoniche, banche dati, cookies, cellulari con fotocamera, e la lista potrebbe continuare ancora per molto. Insomma, la privacy del terzo millennio è un concetto abbastanza labile, flessibile, che cambia a seconda delle situazioni e delle esigenze.
Ma la notizia che vogliamo darvi in questo articolo apre un ulteriore canale di controllo abbastanza sorprendente e singolare rispetto a quanto visto finora. Come abbiamo già detto prima, il telefonino è un mezzo molto “facile” da poter controllare, ma immaginatevi di essere spiati attraverso una delle caratteristiche tecniche più diffuse nei devices di oggi, ovvero il Bluetooth.
Fantascienza? Spionaggio politico o militare? Niente di tutto ciò. Il sistema è stato concepito e realizzato presso l’Università di Bath, in Gran Bretagna. Il progetto ha come scopo quello di raccogliere informazioni sulle abitudini di vita delle persone, in maniera totale e mai come fatto prima d’ora, il tutto attraverso una connessione al terminale degli individui.
I creatori del sistema hanno garantito il massimo rispetto della privacy per quanto riguarda i dati sensibili e che la ricerca è completamente anonima, ma sta già accendendo polemiche, sia in patria che nel resto del pianeta. Cosa succederebbe se questo metodo venisse utilizzato per altri scopi non proprio legali o di ricerca? Meglio non pensarci e, soprattutto, meglio che teniamo spento il bluetooth quando non è necessario!
