Secondo quanto dichiarato in questi giorni da Wired, le applicazioni su smartphone sono il futuro del mercato del software. Quello che non bisogna fare però è chiudersi. Ovviamente parliamo di una chiusura del codice. Questo perchè dalla presentazione delle applicazioni che lavorano su Internet, tenendo solo installato il client sul proprio device, comincia la provocazione della chiusura del futuro della applicazioni, dove ognuno vuole tirare acqua al proprio mulino senza condividere nulla con nessuno.
Apple è il caso studiato per eccellenza. La “chiusura” dei suoi ambienti, fatta solo su partnership con aziende dalla quale la società di Cupertino può ricavare benefici e profitti, la sta rendendo malevola agli occhi degli utenti che stanno diventando sempre più propensi a cedere al free ed all’Open Source.
Il web, in primis, come piattaforma base per l’utilizzo di alcune applicazioni su smartphone, comporta già il costo di un abbonamento dati e spesso gli utenti non sono quindi contenti di dover pagare anche altro per poi utilizzarlo fine a se stesso, senza avere una possibilità di ri-sfruttare il software nella collegabilità con i propri applicativi.
Di conseguenza la provocazione è stata lanciata e gli utenti l’hanno accolta a braccia aperte…La parola d’ordine è Open Source per gli smartphone del futuro.