La possibilità di avere un cellulare in grado di effettuare chiamate riservate, senza farvi ascoltare dalle persone presenti, potrebbe interessare tutti noi. Una funzione che prima o poi potrebbe essere tornarci utile ce la potrebbe regalare un laboratorio tedesco che sta preparando il primo cellulare che utilizza la labiolettura.
Dispositivi elettronici in grado di riconoscere le parole senza dover emettere suoni sono in dotazione all’esercito americano da anni, ma necessitano di un gadget apposito da collegare direttamente all’altezza della giugulare. E se questo sistema può essere di vitale importanza per le truppe in zone di guerra, a noi comuni civili può risultare scomodo nell’utilizzo quotidiano, per questo i ricercatori del Karlsruhe Institute of Technology hanno sviluppato un geniale programma in grado di leggere i movimenti delle nostre labbra, per poi trasformarli in parole pronunciate al nostro interlocutore.
La tecnologia in questione, presentata al CeBIT, si basa sulla percezione di micro-movimenti muscolari del volto che vengono poi convertiti in impulsi elettrici, fino a farli diventare una voce computerizzata. I geni che ci hanno lavorato dichiarano che il margine di errore è di 1 a 100, vuol dire che una parola ogni cento potrebbe arrivare distorta/errata, ma con questo tasso risulterebbe piuttosto difficile cambiare significato ad un discorso. Insomma 99 parole riconosciute su 100 “pronunciate” sono più che sufficienti se questa tecnologia ci permette di mantenere la nostra privacy in pubblico.
Questi cellulari non solo ci potranno regalare riservatezza, ma ci permetteranno di mantenere educazione in ambienti pubblici in cui l’etichetta ci consiglia di evitare chiamate per non disturbare gli altri. Pensiamo ad esempio a quanto fastidio ci danno quelli che rispondo (magari parlando senza il minimo riguardo) in locali quali musei, cinema o sale d’attesa.
Purtroppo questa tecnologia ha, per ora, un solo difetto: non sarà pronta per arrivare sul mercato prima di 5-10 anni. Nel frattempo non ci resta che continuare con le vecchie sane abitudini di utilizzo dei nostri telefonini.