Come ormai sappiamo, il G1, device di High Tech Computer dotato del sistema operativo open source Android, ha esordito nel mercato statunitense in anteprima mondiale già da qualche settimana. Un arrivo abbastanza pacato, non paragonabile certamente all’eco scatenato dall’arrivo dell’iPhone 3G di Apple, uno dei principali concorrenti del Googlefonino, seppur con qualche dubbio. Le file non sono state ai livelli dell’iPhone, ma le prenotazioni del touchscreen device sono state molto alte: circa un milione e mezzo di pezzi. Qualche giorno fa, invece, il G1 ha fatto il suo ingresso nel mercato britannico e qualcosa in più si è mosso.
Code nei centri vendita di T-Mobile si sono formate già dalle prime luci del mattino, in attesa di acquistare il “Google phone”. Una situazione decisamente differente al caldissimo luglio del melafonino californiano, ma che evidenzia un crescente interesse verso il prodotto e verso la nuova piattaforma libera. Ovviamente il prezzo più basso rispetto al suo diretto competitor potrebbe essere un vantaggio, ma per molti analisti il target di riferimento tra i due devices è abbastanza differente.
C’è da dire, comunque, che il G1 è sì, un prodotto molto importante, ma è soprattutto il primo “involucro” di Android, che il successo o l’insuccesso commerciale potrebbe minarne le basi fin dal suo nascere. La situazione, però, sembra abbastanza differente: l’interesse c’è, è crescente e sono in tanti a voler puntare sul software nel prossimo futuro (basti pensare, ad esempio, ad una Motorola ripiombata in crisi e intenzionata a tagliare i costi, anche con l’adozione del sistema operativo in questione).
L’arrivo in Gran Bretagna del G1 segna l’ingresso del dispositivo mobile di HTC nel vecchio continente, un mercato che l’azienda, Google e la Open Alliance Handset guardano con interesse per l’affermarsi del terminale e per vederne l’ascesa commerciale. Nessuna informazione, ancora, se e quando il G1 arriverà anche nel nostro paese.