Cari lettori, facendo zapping in tv o durante le interruzioni pubblicitarie vi sarete sicuramente imbattuti in un particolare spot televisivo dove una donna dalle dimensioni di un telefonino dà notizia della sua gravidanza a diversi uomini con la frase “Aspetto un bambino!”. Si tratta, ovviamente, della pubblicità di Telecom Italia Mobile sull’offerta estiva dedicata agli sms.
Sicuramente molti di voi, però, non sanno che cosa ha scatenato tale spot. Un putiferio che dalla televisione è riuscito ad arrivare fino ai piani alti, tra le camere della politica e in particolare tra le donne della politica italiana, tutte contro i 30 secondi incriminati, colpevoli di mandare un messaggio negativo contro il sesso femminile.
Una delle più agguerrite è il deputato del PDL Alessandra Mussolini, che utilizza parole di fuoco contro la pubblicità della Tim: «Diffonde un’immagine mortificante e superficiale della maternità». Ma ci sono anche Manuela Di Centa, Gabriella Carlucci e molte altre. Addirittura lo spot è stato accusato di dare adito a luoghi comuni contro la donna, favorendo costumi sessuali promiscui e irresponsabili.
Telecom Italia Mobile incassa, cosi, anche la furia delle politiche nostrane, o meglio, di una parte di esse, dopo che anche il Moige (il noto Movimento Italiano dei Genitori) si era già lamentato della pubblicità. Insomma, tutti contro Tim, che si trova ora in cattive acque, con il rischio di denunce e, magari, anche di sanzioni economiche qualora venisse considerata “colpevole”.
Dal canto suo, l’azienda, trovatasi impreparata a tale tempesta di polemiche e di discussioni, sta tentando di ricucire il dialogo con le parti offese, giustificando lo spot come un qualcosa di puramente ironico, che nulla ha a che vedere con le offese o con i luoghi comuni contro le donne e che si baserebbe principalmente su un’ambientazione caricaturale degli anni ’70. Vedremo, quindi, come andrà a finire la vicenda.
