L’affaire riguardante le radiazioni emesse dai cellulari, ed in particolar modo le loro conseguenze sulla salute di chi ne fa un utilizzo prolungato, è un qualcosa che desta molto interesse in tutta l’opinione pubblica mondiale. Fatto ben noto alle amministrazioni pubbliche e (soprattutto) alle multinazionali del settore, ben consce del fatto che, un’eventuale conferma circa i danni delle emissioni su tutti gli utenti della telefonia mobile, potrebbe provocare un vero e proprio tsunami nelle vendite di questo tipo di prodotti.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare prima d’ora, Interphone è il più importante studio a livello mondiale – finanziato da 13 paesi con la bellezza di 15 milioni di euro, e coordinato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) – circa la correlazione tra l’utilizzo di telefoni cellulari e la manifestazione di tumori al collo ed alla testa. Studio previsto per la pubblicazione da almeno tre anni, ma misteriosamente ancora nel cassetto di chi l’ha condotto. Non si sa per colpa di chi.
La motivazione ufficiale di questi strani ritardi nella pubblicazione degli studi è che, a causa di un dibattito sviluppatosi tra gli scienziati che vi hanno partecipato, circa l’attendibilità dei dati forniti dai pazienti afflitti da cancro al cervello, le ricerche, così come sono, finirebbero col non essere del tutto veritiere.
Un’altra “campana”, vuole invece un pressing oscuro dei poteri forti sugli autori dello studio – condotto nell’arco degli ultimi 10 anni in 13 paesi – il quale rivelerebbe una reale pericolosità sulla salute delle persone, utilizzatrici (anche non assidue) di telefoni cellulari (e non sarebbe nemmeno il primo, o l’ultimo, studio a dimostrare ciò).
La verità su questo indugio probabilmente non la scopriremo mai, ma in attesa della pubblicazione di questo che si preannuncia – qualunque sia il suo contenuto – come uno degli studi più interessanti di tutti i tempi sulla “calda” materia radiazioni dei cellulari, possiamo sottolineare come, qualche piccolo stralcio di quest’ultimo sia stato reso disponibile al pubblico in diversi paesi (con prevedibili conferme circa i rischi delle onde elettromagnetiche emesse dai dispositivi di telefonia mobile).
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